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Cronaca

De Luca: “Chiudiamo tutto. Per la Campania decido io”

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Comunicazione importanti quella del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca. Il governatore, nel corso del suo intervento su Facebook, ha usato parole forti e dure preannunciando imminenti decisioni drastiche che la Regione sta per assumere per prevenire nuovi contagi al Covid-19.

“I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. È necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali (industria, agricoltura, edilizia, agro-alimentare, trasporti). E’ indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”.

Annuncia anche i dati di oggi sui contagi. La Campania, in un giorno, ha superato i 2000 casi. “Oggi siamo chiamati a prendere decisione forti, definitive ed efficaci. La situazione è diventata pesante, ogni giorno che passo rischia di aggravarsi l’epidemia. Non c’è più tempo da perdere. In Campania chiuderemo tutto, poi chiederò il lockdown nazionale. Bloccare la moblità tra comuni come marzo. Siamo ad un passo dalla tragedia. Non voglio trovarmi di fronte a camion dei militari che trasportano le bare di persone decedute.

Oggi abbiamo una situazione degli asintomatici che non è gravissima. Questo dato non ci deve confortare. Man mano cresce il dato delle persone con sintomi gravi. Rispetto a marzo-aprile abbiamo due elementi in più che fanno crescere il contagio: l’apertura delle scuole e la stagione influenzale.

Questo risultato lo difendiamo se prendiamo decisioni e abbiamo comportamenti responsabili e civili. Parliamo di cose di una gravità estrema rispetto alle quali a nessuno è consentito più né sottovalutare né scherzare. Oggi l’ultimo tentativo per bloccare esplosione del contagio. Chiudere tutto per un mese o 40 giorni, poi si vedrà. Credo in Germania si lavori così. Dobbiamo farlo oggi che possiamo ancora reggere. 

Analiticamente, che faremo: primo punto, posti letto. Abbiamo situazione pesante ma la programmazione ci consente di reggere. Con questi numeri nessun sistema ospedaliero può reggere. Oggi lo facciamo grazie a sacrificio del personale sanitario ma dobbiamo sapere che in pochi giorni rischiamo terapie intensive intasate. Terapie intensive, ricordate gli sciacalli che dicevano su ospedali aperti senza malati? Il virus li ha accontentati. Quelle strutture iniziano a ospitare pazienti gravi. Non basterà. Già eliminate prestazioni non essenziali per recuperare ogni giorno, da 60 a 80 posti letto. Dunque, via tutte le prestazioni non salvavita. È evidente che il secondario va rinviato. Fare tutto quello che è necessario, mandare a casa anche pazienti positivi senza sintomi gravi.

Fra i tanti motivi di urgenza, quando abbiamo questi numeri lo screening e il contact tracing che si fa sui contatti stretti che ha avuto il positivo diventano ormai impossibili se vogliamo dire la verità. Quando hai migliaia di nuovi positivi al giorno, non c’è struttura sanitaria che regga. Diventa impossibile e vuol dire che bisogna essere ancora di più responsabili e corretti.

Abbiamo parlato linguaggio di verità, il destino della Campania è quello di fare da rompighiaccio, di anticipare cose che altri fanno dopo. Prendiamola come una missione, dobbiamo dare coraggio a un Paese che spesso non ne ha molto. In qualche caso, anzi in molti, dobbiamo anticipare noi quello che poi altre realtà fanno esattamente come noi. Siamo chiamati in queste ore a prendere decisioni difficili. Mi sono chiari i motivi di sofferenza, disagio, pesantezza di vita che determinano per le singole persone, le famiglie e le attività economiche. Rivolgo a tutti voi la domanda di sempre: quale è l’alternativa?

Chiudere è meglio oggi. Se decidiamo oggi senza perdere tempo, probabilmente arriviamo a Natale in condizioni migliori e immaginare una riapertura parziale. Non abbiamo davanti un mese di grandissima vivacità. Meglio farlo oggi, così sono convinto. Io sono consapevole che sono cose complicate ma vi prego di credere che non abbiamo alternative se vogliamo tutelare i nostri figli, i nostri anziani, le nostre famiglie. È un momento difficile con la consapevolezza necessaria. Volevo dire da uomini, è un’espressione che nn si usa più certamente non la userò per un ministro di questo governo. Siamo parte di un’unica famiglia, una sola umanità. Cerchiamo di esserne consapevoli e grazie per la comprensione e l’aiuto che vorrete darci”.

Inoltre il Governatore ha parlato anche dei ‘furbetti’ dei laboratori privati, della situazione ad Arzano, della scuola e della movida e ha fatto una particolare richiesta ai medici di base.

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Cronaca

Abuso su minori, parroco condannato a 6 anni e 6 mesi

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Don Emanuele Tempesta, il 32enne ex parroco vicario di Busto Garolfo, è stato condannato in primo grado, a sei anni e sei mesi. Fu arrestato il 15 luglio 2021 con l’accusa di abusi sessuali su minore.

Era stata richiesta una condanna a 11 anni, al termine della requisitoria, da parte del pubblico ministero Martina Melita Era.

La sentenza è stata pronunciata oggi dal collegio del tribunale di Busto Arsizio (Varese), presieduto da Giuseppe Fazio.
Tra le pene accessorie anche il divieto di avvicinarsi a scuole o luoghi frequentati da minori. Oltre 20 le parti civili con risarcimenti compresi tra i 750 e i 2mila euro.
Gli abusi, secondo l’accusa, si sarebbero consumati nell’abitazione del sacerdote dove solo alcuni dei piccoli sarebbero stati invitati per giocare ai videogiochi o fare due chiacchiere. Il sacerdote, assistito dall’avvocato Mario Zanchetti, ha sempre negato ogni addebito parlando al contrario di accuse infamanti. I minori, di età compresa tra i 7 e gli 11 anni all’epoca dei presunti abusi, sono stati ascoltati con la formula dell’incidente probatorio.
Le motivazioni saranno depositate in 60 giorni.
Molto probabile il ricorso in Appello.

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Cronaca

Spari a Poggioreale, 40enne gambizzato in via Stadera

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Questa mattina, un 40enne, già noto alle forze dell’ordine, è stato raggiunto a una gamba da colpi d’arma da fuoco esplosi da sconosciuti. È successo in via Stadera, in prossimità del quartiere Poggioreale a Napoli.
L’uomo è stato trasportato alla clinica “Villa Betania” in via Argine.
A intervenire nel pronto soccorso i carabinieri del nucleo operativo di Poggioreale.
I militari dell’Arma indagano su dinamica dei fatti e matrice.
L’uomo gambizzato non è in pericolo di vita.

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Cronaca

Ercolano, figlia minacciata dal padre con una pistola: arrestato

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Un 66enne, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato per detenzione illegale di armi dai carabinieri di Ercolano.
Poche ore prima, la figlia dell’uomo aveva chiesto aiuto proprio alle forze dell’ordine.

La donna era stata minacciata dal padre, dopo una discussione nata per futili motivi.
Il 66enne non si era fermato alle parole ma impugnava un’arma.
I carabinieri si sono recati a casa dell’uomo, titolare di porto d’armi.
Sono stati sequestrati in via cautelare 6 pistole e 12 fucili regolarmente denunciati ma i veri guai per il 66enne iniziano quando i militari trovano altro materiale: 11 pistole di cui alcune con matricola abrasa, una modificata e una con caricatore inserito con all’interni 5 colpi. Sequestrati poi 882 munizioni di vario calibro, 110 cartucce per fucile, 82 coltelli di vari modelli e una balestra. 

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